La malnutrizione non deve essere considerata un problema serio solo quando compaiono i sintomi, ma dovrebbe essere il più possibile prevenuta.
Secondo la definizione del Council on Food and Nutritional dell’American Medical Association, la malnutrizione costituisce “uno stato di alterazione funzionale strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente alla discrepanza tra fabbisogni nutrizionali specifici ed introito o utilizzazione dei nutrienti essenziali”.
Le cause di malnutrizione sono molteplici: la solitudine, la disabilità fisica, le errate abitudini alimentari con assunzione monotona del cibo, le alterazioni cognitive e i disturbi mentali oltre alla depressione del tono dell’umore. Non vanno poi dimenticate la difficile masticazione, l’inappetenza, il ridotto assorbimento di nutrienti e l’interferenza dei farmaci.
Le conseguenze dello stato di malnutrizione includono la riduzione delle difese immunitarie, il peggioramento della patologia di base, la maggiore incidenza e la ritardata guarigione di ulcere da pressione e da insufficienza venosa degli arti inferiori, il maggior rischio di sindrome ipocinetica e l’allungamento di tempi riabilitativi in caso di eventi acuti; tutte situazioni che peggiorano lo stato di salute dell’anziano favorendo l’aumento della mortalità.
A seguire, un documento redatto dall’Università di Genova relativo ad un’analisi di letteratura in cui si esprime, ormai da tempo, la difficoltà nel raggiungere i livelli indicati e necessari ad un soggetto con deficit di deglutizione, utilizzando alimenti con texture modificata che non prevedano uno studio approfondito delle caratteristiche reologiche, tecniche e valoriali associate agli alimenti stessi.